martedì 30 giugno 2009
CGIL E FILT, SI FACCIA CHIAREZZA
ESPLODONO VAGONI GAS, MORTI E FERITI
FONTE: MediaVideo
lunedì 29 giugno 2009
Pavia, tragedia sul lavoro morti folgorati due operai romeni
Vivevano a Broni, uno era titolare di una piccola impresa edile
I loro corpi rimasti appesi per ore ma forse sono morti sul colpo
PAVIA - Due operai sono morti dopo essere stati folgorati da una scarica elettrica sul tetto di un palazzo (NOTA: secondo l'ANSA trattasi di una cascina) in via Sartirana 26, a Mede, in provincia di Pavia. Da subito è apparso chiaro che un operaio fosse deceduto, si tratta di un romeno di 30 anni residente a Broni, mentre è stato necessario riportare a terra la piattaforma sulla quale stavano lavorando per constatare il decesso del secondo operaio, anch'egli romeno. Sul posto sono accorsi l'automedica di Pavia, due ambulanze e un elicottero da Milano, purtroppo invano.
"Appesi per quasi due ore". I due sono rimasti per quasi due ore appesi sopra il tetto della cascina che stavano ristrutturando. Nessuno si è accorto di loro, fino a quando non è passato un contadino alla guida del suo trattore. Ha visto i corpi riversi nel cestello elevatore a 6 metri di altezza e ha cercato un telefono per chiamare i soccorsi.
Romeni residenti a Broni. Le vittime sono state uccise da una scarica elettrica provocata dal contatto del cestello elevatore, su cui stavano operando, con i cavi dell'alta tensione. Non hanno avuto scampo ma anche se ci fosse stato per loro un filo di speranza, il ritardo con cui è stato dato l'allarme lo ha annullato. Al momento non sono state rese note le generalità complete dei due perchè si stanno cercando i parenti. Si sa che erano entrambi trentenni e che uno era il titolare di una piccola impresa edile e l'altro il suo aiutante. Abitavano entrambi a Broni e si occupavano spesso di ristrutturazioni e coperture. Lo stesso lavoro che stavano facendo nella cascina di Mede. Erano soli quando è avvenuto l'incidente.
La cronaca. La dinamica dell'infortunio mortale è stata ricostruita anche sulla base dell'orario dell'interruzione dell'energia elettrica. Dopo la pausa pranzo i due salgono sul cestello elevatore manovrato da una piattaforma per sistemare le tegole sul tetto. E' uno di quei macchinari che vengono noleggiati proprio per i lavori di copertura. La piattaforma urta i cavi di alta tensione. La scarica è violentissima. I due operai probabilmente muoiono immediatamente. Ma nessuno è testimone dell'incidente. Sono le 13,30 perchè quello è il momento in cui l'energia salta in tutta la zona. Ma dalla centralina viene ripristinata senza problemi perché la piattaforma, forse per il peso dei due corpi, si è spostata dai cavi, quindi per il momento non scatta alcun allarme. Così passano un paio d'ore.
Alle 15,10 nei pressi della cascina di Mede arriva il contadino alla guida del suo trattore. Vede il cestello elevatore sul tetto e nota i due corpi penzoloni. Chiama i soccorsi. Sul posto arrivano ambulanze, vigili del fuoco, i carabinieri, i tecnici dell'Enel. Il recupero è difficoltoso. Occorre interrompere di nuovo l'energia. Viene recuperato il primo corpo senza vita direttamente dal cestello. Per il secondo è necessario tirare giù tutta la piattaforma. Si tenta qualche manovra di rianimazione. Purtroppo per loro inutilmente.
FONTE: La Repubblica, ANSA
FOTO: ANSA
OPERAIO MUORE IN FABBRICA AD ANAGNI
FONTE: ANSA
giovedì 25 giugno 2009
Inail, morti sul lavoro ai minimi storici In aumento le malattie professionali
Secondo l'Istituto di previdenza, l'andamento del 2008 non fa che confermare una tendenza che, con l'unica eccezione del 2006, è in corso ormai da molti anni: da un punto di vista statistico l'andamento storico del fenomeno degli infortuni mortali appare ridotto a un quarto rispetto ai primi anni Sessanta. Nel giro di circa 40 anni, infatti, si è passati dal tragico record storico di 4.664 morti sul lavoro del 1963, apice del boom economico, ai poco più di 1.500 di inizio millennio.
Il nemico pubblico numero uno. Quanto ai peggiori pericoli per i lavoratori, il nemico numero uno è la strada colpevole di oltre la metà delle morti bianche.
Dei 1.120 infortuni mortali del 2008, infatti, 335 sono quelli determinati da circolazione stradale in occasione di lavoro (autotrasportatori, commessi viaggiatori, addetti alla circolazione stradale) e 276 quelli in itinere, ovvero sul percorso casa-lavoro e viceversa, accaduti prevalentemente su strada.
Infortuni in calo, ma non per tutti. Gli infortuni sul lavoro denunciati all'Inail (874.940) sono calati del 4,1% rispetto all'anno precedente (912.410) e del 14,5% negli ultimi otto anni. Il dato assume ancora più rilievo se si considera che, nello stesso arco di tempo, l'occupazione è aumentata dell'8,3%.Il miglioramento, tuttavia, non c'è stato per i lavoratori stranieri, tra i quali si è invece registrato un aumento (+2%) degli incidenti sul luogo di lavoro. Risulta invece sostanzialmente invariato il numero degli infortuni mortali agli immigrati, che rimangono intorno ai 180 casi.
Le malattie professionali. Tra i primi posti in graduatoria risultano i tumori con 2mila denunce pervenute nel 2008: un fenomeno in crescita e non ancora pienamente rappresentato dai numeri. Una particolare importanza stanno infine assumendo i disturbi psichici correlati al lavoro: negli ultimi 15 anni si sono registrati circa 500 casi l'anno, per la maggior parte invididuati come mobbing.
Il bilancio. "Il sensibile miglioramento costituisce un fatto sociale importante, ma dobbiamo continuare, in modo ancora più deciso e strategico, su questa strada" così il presidente dell'Inail, Fabio Sartori, ha commentato i dati. "Nessuno, infatti - ha continuato Sartori - può negare che gli 875mila incidenti denunciati all'istituto lo scorso anno restino sempre una cifra molto elevata".
La crisi e il sommerso. "Ora che la crisi economica tende a favorire il ricorso al sommerso e, comunque, al lavoro irregolare - ha affermato Gianfranco Fini, presidente della Camera - occorre assicurare il pieno rispetto della normativa sugli infortuni, attraverso l'attuazione di costanti verifiche presso i luoghi di lavoro".
La patente a punti per l'edilizia. Una delle ipotesi allo studio del ministero del Welfare, Maurizio Sacconi, per contrastare il fenomeno degli incidenti sul lavoro è l'istituzione di una patente a punti per le imprese, a cominciare dal settore dell'edilizia. "Si potrà perdere - ha affermato il ministro - l'abilitazione al lavoro, che potrà essere riacquistata attraverso un percorso di riabilitazione".
Settore sensibile. Il panorama delineato dagli incoraggianti dati dell'Inail "mostra nel settore delle costruzioni l'altra faccia della medaglia", ha dichiarato il segretario generale del sindacato Fillea Cgil, Walter Schiavella. A supporto delle sue parole i dati raccolti nella ricerca Fillea e Ires Cgil Il lavoro offeso. Il 36% dei lavoratori intervistati non ha denunciato il proprio infortunio. Ad aggravare la situazione si aggiungono gli innumerevoli ed incalcolabili episodi di incidenti occorsi a lavoratori in nero, spesso passati sotto silenzio. Di questi ultimi appare solo la punta dell'iceberg, ovvero la morte e l'incidente gravissimo. "E' necessario - ha commentato Schiavella - che tutti facciano la propria parte per fermare questa guerra che si combatte ogni giorno nei cantieri del nostro paese".
FONTE: La Repubblica
INFORTUNI LAVORO, TUTTI I NUMERI DEL 2008
Ecco di seguito i principali dati in pillole:
INFORTUNI SUL LAVORO
* Infortuni denunciati: 874.940 (-4,1% rispetto 2007)
* Ripartizione per gestione: 790.214 nell'industria e servizi (90,3%); 53.278 nell'agricoltura (6,1%); 31.448 fra i dipendenti dello Stato (3,6%)
* Oltre il 61% degli infortuni è concentrato nel Nord industrializzato: in particolare Lombardia (150mila casi), Emilia Romagna (124mila casi) e Veneto (104mila casi) assommano oltre il 43% del denunciato nel Paese * L'Umbria si conferma al primo posto per indice di frequenza infortunistica, seguita da Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia * Infortuni nel 2001-2008: -14,5% * Infortuni lavoratori stranieri: 143mila (+2% rispetto 2007)
* I lavoratori stranieri hanno un'incidenza infortunistica più elevata rispetto a quella degli italiani (44 infortuni denunciati ogni 1.000 occupati contro 39)
INFORTUNI MORTALI SUL LAVORO
* Casi mortali nel 2008: 1.120 (-7,2% rispetto 2007). Record storico: per la prima volta dal 1951 (anno a partire dal quale si dispone di statistiche attendibili e strutturate) il numero dei morti per infortunio sul lavoro in Italia è sceso al di sotto dei 1.200 casi/anno
* Ripartizione dei casi mortali per gestione: 121 nell'agricoltura (+15,2%); 554 nell'industria (-9,3%); 445 nei servizi (-9,4%)
* 611 gli incidenti mortali causati, in generale, dalla circolazione stradale (più del 54%): di cui 276 (-9,2%) casi in itinere e 335 occorsi sulla strada a lavoratori che operano in questo particolare ambiente * Casi mortali che hanno riguardato lavoratori stranieri: 176
* Nel 2001-2008 -28% casi mortali. Quelli avvenuti in occasione di lavoro sono calati del 32,5% e quelli in itinere del 6,8% * I settori più rischiosi sono la lavorazione dei metalli, l'agricoltura, la lavorazione dei materiali per l'edilizia, la lavorazione del legno, le costruzioni, l'estrazione di minerali
* Infortuni 2006 confronto Ue: l'indice dell'Italia è più favorevole rispetto a quello dell'Euro-Area. Per quanto riguarda i casi mortali, l'indice dell'Italia si attesta su un valore poco superiore a quello dell'Euro-Area, ma comunque inferiore a quelli di Paesi come Spagna e Francia.
MALATTIE PROFESSIONALI
* Nel 2008 29.704 denunce all'Inail (+7,4% dal 2007; +11% in due anni), la maggior parte riguardano l'industria e i servizi
* Al primo posto si confermano ipoacusia e sordità.
FONTE:ANSA
mercoledì 24 giugno 2009
TIR TRAVOLGE OPERAI: UN MORTO. ESPLOSIONE ALLA COMITEL.
AOSTA - Di lavoro si continua a morire. Sull'autostrada Torino-Aosta, un camion ha falciato un gruppo di operai che stavano lavorando ai bordi della carreggiata. Il bilancio è un morto e 5 feriti.
Il Tir piomba sugli operai. Erano da poco passate le 9 quando un Tir è piombato sugli operai che tagliavano l'erba ai bordi dell'autostrada A5 Torino-Aosta, nei pressi del comune di Arnad, in direzione Torino. La vittima è un operaio marocchino di 57 anni, Ahmed Nasron: è rimasto schiacciato sotto la cabina del tir finito su un fianco nella scarpata che corre lungo la carreggiata. All'origine dell'incidente, un colpo di sonno del camionista.
Ferito anche l'autista del camion. La vittima e altri due operai stavano falciando l'erba; un altro operaio era poco più indietro, alla guida di un furgone che sul retro aveva la segnalazione luminosa dei lavori, mentre il quinto era a poca distanza. Improvvisamente il Tir, con targa bulgara, per motivi ancora da chiarire, ha sbandato travolgendo tutto quanto si trovava fuori dalla carreggiata, compresi gli operai, che non hanno fatto in tempo a scappare. I due feriti in condizioni più serie sono stati trasportati con l'elicottero all'ospedale di Aosta. Solo ferite lievi per gli altri due operai e l'autista del tir di nazionalità greca.
Questa mattina, un'esplosione in un'azienda nell'Alessandrino ha investito quattro operai: uno di loro, un marocchino di 32 anni, è in fin di vita.
Esplosione nell'Alessandrino. Un altro grave incidente sul lavoro è capitato ad un gruppo di dipendenti della Comital di Spinetta Marengo, nell'Alessandrino. L'esplosione si è verificata intorno alle 10, in un serbatoio di vernice all'interno di un reparto dell'azienda. Le fiamme hanno investito quattro operai, ustionando gravemente su quasi tutto il corpo Idrissi Atouf Marow, 33 anni, residente a Spinetta con la famiglia. Gravi, ma non in pericolo di vita, un connazionale, Beloud Michem, 35 anni, residente ad Alessandria, e due colleghi italiani, Marco Bellotti e Claudio Bovio. La Comital, controllata dal fondo Management e Capitali, controlla i marchi Cuki, Domopak e Tonkita. Il magistrato ha aperto un'inchiesta.
sabato 20 giugno 2009
ANZIANO MUORE TRAVOLTO DA TRATTORE
mercoledì 17 giugno 2009
Incidente sul lavoro alla Elti poco prima di mezzogiorno, morto operaio di 53 anni.
Incidente mortale sul lavoro alla Elti di Sovere poco prima di mezzogiorno. Un operaio è rimasto schiacciato da due pesanti blocchi di acciaio e cemento armato nello stabilimento dell'azienda di via Nazionale 62 che fabbrica forni industriali. Sembra che l'operaio stesse movimentando il materiale quando è rimasto travolto e ucciso: il 53enne, Celestino Nonelli di Darfo Boario Terme in Valcamonica, dipendente della Icem di Piancamuno, è stato colpito violentemente ed è deceduto per sfondamento della cassa toracica. Carabinieri e ispettori dell'Asl sono al lavoro per ricostruire l'esatta dinamica della tragedia.
Le condizioni dell'operaio sono apparse subito molto gravi: Nonelli è stato soccorso da 118 e vigili del fuoco. Sottoposto a un disperato tentativo di rianimazione, è spirato poco dopo. Solo due giorni fa un 52enne era morto a Costa Volpino, travolto dai tubi di ferro che stava scaricando da un camion.
martedì 16 giugno 2009
ARTIGIANO DI 67 ANNI MORTO IN VALTELLINA
La vittima è un pensionato di 67 anni, Giorgio Credaro, che secondo le prime indagini dei carabinieri di Sondrio è caduto da un'altezza di circa tre metri morendo sul colpo. L'asse in legno su cui lavorava l'artigiano ha ceduto all'improvviso è l'uomo è volato di sotto. All'infortunio non avrebbe assistito alcun testimone e gli ispettori Asl, informato il magistrato di turno, hanno posto sotto sequestro l'intera area del cantiere.
» 2009-06-15 23:37
FONTE: ANSA
TRAVOLTO DA TUBO, OPERAIO MUORE NEL BERGAMASCO
La tragedia si è consumata all'azienda Alto Lago srl di via dell'Artigianato. La dinamica dell'incidente è al vaglio dei carabinieri e dei tecnici dell'Asl; l'uomo, che lavorava per una ditta esterna, è stato colpito alla testa ed è morto sul colpo per il grave trauma riportato. Quando i medici del 118 sono arrivati sul posto, non hanno potuto dunque fare altro che constatarne il decesso.
» 2009-06-15 22:34
FONTE: ANSA
lunedì 15 giugno 2009
Avellino, incidente sul lavoro uomo muore travolto da trattore
MORTO OPERAIO NAVALE MOLFETTESE DI 24 ANNI
Questa notte è morto, nell'ospedale Cardarelli di Napoli, dove era stato trasferito da Lecce, Donato Pansini, l'operaio navale molfettese di 24 anni rimasto ustionato sul 90% del corpo a causa di una esplosione che si verificò il 4 giugno scorso mentre era al lavoro, in un cantiere. Il giovane, figlio di uno dei proprietari del cantiere, quando si verificò l'esplosione stava lavorando insieme con l'armatore del motopesca, il 39enne Cosimo La Forgia, rimasto ferito più lievemente.
Pansini fu avvolto dalle fiamme dopo che aveva lavorato alla coibentazione di un ambiente nella stiva per l'inserimento di una cella frigorifero. L'ambiente era saturo di poliuretano, l'utilizzo di un flex provocò scintille che in quell'ambiente saturo di gas causarono le fiamme. La procura di Trani aprì subito una inchiesta a carico dei titolari del cantiere con l'ipotesi di reato di lesioni gravi, a quella accusa ora si aggiunge quella di omicidio colposo.
FONTE: l'Unità
DUE OPERAI MORTI IN VASCA DEPURAZIONE RIVA LIGURE (IMPERIA)
Due operai che stavano lavorando all’interno del depuratore di Riva Ligure (Imperia) sono morti dopo essere caduti all’interno di una vasca di depurazione delle acque, fose a causa delle esalazioni provenienti dall’interno. Un terzo operaio e’ rimasto intossicato nel tentativo di aiutare gli altri due lavoratori. La squadra che stava lavorando era infatti composta da quattro persone: un terzo operaio che ha cercato di dare soccorso ai due colleghi, sembra gettando loro dei salvagente, e che è stato portato via in ambulanza: un quarto rimasto fuori dall’impianto, per manovrare le condutture di scarico. Sul posto sono arrivati il sostituto procuratore Francesco Pescetto che sta valutando la possibilità di porre sotto sequestro parte dell’area ed il medico legale. Sono presenti inoltre i tecnici dell’antinfortunistica della Asl. Il personale sanitario è entrato della vasca munito di mascherine di protezione. I due operai morti, uno di 36 anni e l’altro di 40 anni, facevano parte di una squadra di tre addetti della società C.I.E.M di San Biagio della Cima, specializzata nella pulitura di depuratori. Secondo una prima ricostruzione, sembra che i due siano entrati nel depuratore sprovvisti delle protezioni di sicurezza ed abbiano raggiunto la vasca delle acque reflue. Qui avrebbero perso i sensi a causa della rarefazione dell’ossigeno e dell’alta percentuale di anidride carbonica nell’aria. A dare l’allarme è stato il terzo operaio della squadra, rimasto all’esterno dell’impianto. La C.I.E.M. lavora per conto della Secom, società pubblica che gestisce gli impianti di depurazione di otto comuni dell’Imperiese. Sul posto sono presenti vigili del fuoco, carabinieri, 118 e Croce Verde. L’intervento è reso difficile dai forti miasmi che provengono dall’interno. “Ancora una tragedia sul lavoro: due operai deceduti a causa di esalazioni tossiche. Tragedie che si ripetono sempre uguali a se stesse. Se non prevale la cultura della sicurezza fatta di prevenzione, regole e costrizioni,continueremo ad assistere a questi episodi luttuosi”, afferma Cesare Damiano, responsabile lavoro del Pd, commentando l’incidente avvenuto oggi, a Riva Ligure in provincia di Imperia. “Per questo – aggiunge Damiano – la guardia non va abbassata sui temi della salute della sicurezza nei luoghi di lavoro. Come Partito Democratico siamo impegnati in questi giorni a eliminare le norme, del Decreto correttivo, volute dal governo che indeboliscono le garanzie di tutela dei lavoratori”.”Ai famigliari delle vittime – conclude Damiano – va il nostro più sentito cordoglio”. La squadra che stava lavorando era infatti composta da quattro persone: un terzo operaio che ha cercato di dare soccorso ai due colleghi, sembra gettando loro dei salvagente, e che è stato portato via in ambulanza: un quarto rimasto fuori dall’impianto, per manovrare le condutture di scarico. Sul posto sono arrivati il sostituto procuratore Francesco Pescetto che sta valutando la possibilità di porre sotto sequestro parte dell’area ed il medico legale. Sono presenti inoltre i tecnici dell’antinfortunistica della Asl. Il personale sanitario è entrato della vasca munito di mascherine di protezione. I due operai morti, uno di 36 anni e l’altro di 40 anni, facevano parte di una squadra di tre addetti della società C.I.E.M di San Biagio della Cima, specializzata nella pulitura di depuratori. Secondo una prima ricostruzione, sembra che i due siano entrati nel depuratore sprovvisti delle protezioni di sicurezza ed abbiano raggiunto la vasca delle acque reflue. Qui avrebbero perso i sensi a causa della rarefazione dell’ossigeno e dell’alta percentuale di anidride carbonica nell’aria. A dare l’allarme è stato il terzo operaio della squadra, rimasto all’esterno dell’impianto. La C.I.E.M. lavora per conto della Secom, società pubblica che gestisce gli impianti di depurazione di otto comuni dell’Imperiese. Sul posto sono presenti vigili del fuoco, carabinieri, 118 e Croce Verde. L’intervento è reso difficile dai forti miasmi che provengono dall’interno. “Ancora una tragedia sul lavoro: due operai deceduti a causa di esalazioni tossiche. Tragedie che si ripetono sempre uguali a se stesse. Se non prevale la cultura della sicurezza fatta di prevenzione, regole e costrizioni,continueremo ad assistere a questi episodi luttuosi”, afferma Cesare Damiano, responsabile lavoro del Pd, commentando l’incidente avvenuto oggi, a Riva Ligure in provincia di Imperia. “Per questo – aggiunge Damiano – la guardia non va abbassata sui temi della salute della sicurezza nei luoghi di lavoro. Come Partito Democratico siamo impegnati in questi giorni a eliminare le norme, del Decreto correttivo, volute dal governo che indeboliscono le garanzie di tutela dei lavoratori”.”Ai famigliari delle vittime – conclude Damiano – va il nostro più sentito cordoglio”.
FONTE: ANSA
AGGIORNAMENTO
RIVA LIGURE (IMPERIA) - Lo spurgo delle acque reflue era un'operazione ritenuta banale, un'operazione che Gianfranco Iemma, 36 anni, titolare della ditta Ciem con la moglie Antonella Mercurio, morto oggi col cognato Francesco Mercurio, di 40 anni, mentre stavano lavorando alla vasca del depuratore di Riva Ligure, avevano già fatto altre volte. Secondo la ricostruzione del terzo operaio in squadra, l'unico superstite, il tunisino Mohamed Abidi, tutto si è svolto in rapida successione: "Stavamo lavorando nei pressi della vasca e Francesco è sceso tre o quattro scalini per spostare la pompa idraulica che non aspirava bene perché non prendeva aria - ha raccontato - e si è sentito male. Suo cognato Gianfranco è intervenuto per aiutarlo, ma si è sentito male anche lui. Stavo per scendere anch'io, ma mi sono accorto che non respiravo bene e sono andato a chiedere aiuto". Una quarta persona, forse un altro dipendente della ditta, è intervenuta riportando un'intossicazione, ed è stata trasferita in codice giallo al pronto soccorso dell'ospedale di Sanremo.
FONTE: ANSA